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inter milan 3 2 sky

O di quel fritto misto dato lì con malagrazia naturale? da tempo e mare, da tempo e mare, ... Ho sempre scritto canzoni per me, mica perché mi credevo un guru. si sentì uno sgocciolio in quell' aria al neon e pesa, E poi viaggiando nel soud più ritmato approdiamo a Zucchero con “ Bacco e Perbacco”, 2006, in cui per alleggerirsi la vita: il vino, il mito di Bacco e di Venere sono un tocca sano per l’uomo. Era il giusto personaggio per aumentare l'aria di mistero e irrealtà che la canzone indubbiamente ha". La notte, udite, sta per finire, ma il giorno ancora non è arrivato, Ma io veglio sempre, perciò insistete, voi lo potete, ridomandate, La sua storia (e la nostra) in 20 canzoni. Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell picchiando sopra ai pali della spiaggia il mare si spezzava in lembi; "ed io... ", ma poi arrivò una coppia di sorpresa... quasi triste, come i fiori e l' erba di scarpata ferroviaria, nei vecchi amici che incontrava per la via, E’ palese che il vino è da sempre visto dall’uomo, come una consolazione, un conforto per le prove che la vita ci mette di fronte, ma anche un conforto gioioso quando ci troviamo a voler condividere con qualcuno un momento significativo e lieto dell’esistenza. Nel 1998 Guccini compie un viaggio in Argentina attraversando la Patagonia assieme al duo Patrizio Roversi e Syusy Blady, nella trasmissione Turisti per caso. Ho tante cose ancora da … Lo rivela lo stesso cantautore in Un altro giorno è andato, Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto: Nel 1983, per la prima volta senza Pier Farri, radunai il mio vecchio staff (Ellade Bandini alla batteria, Ares Tavolazzi al basso, Flaco alla chitarra, Vince Tempera alle tastiere) con, in più, il sassofonista Claudio Pascoli agli Stone Castle Studios, nel famoso castello di Carimate, in provincia di Como. Piuttosto diciamo che proprio come esigenza personale non mi bastava più la scarna veste che davo prima alle mie canzoni. 7. Gli arrangiamenti sono stati curati da Vince Tempera, gli arrangiamenti ritmici, invece, da Ellade Bandini, Juan Carlos «Flaco» Biondini, Francesco Guccini, Ares Tavolazzi, Vince Tempera. o avremmo litigato per sfogare ad ogni istante l' urlare della noia? “Non si tratta di scelta, si tratta di esigenza. Soprattutto quando parla degli amici in serie B (che però oramai son quasi in C). perchè io ci ho già vissuto in Argentina, chissà come mi chiamavo in Argentina ma questo mondo ce l' ha schiaffato Lui. naufragi di catrame e di lattine arrugginite: “Bacco perbacco” Zucchero. se e quando moriremo, ma la cosa è insicura, Anche questa è una delle classiche ballate gucciniane, ancor più classica in quanto dalla storia vera e propria (si immagina un Gulliver che racconta le sue avventure ad un pubblico che non può e non vuole comprendere la simbologia dei nani, dei giganti, dei cavalli saggi) si può (ma non è necessario ricavare il senso della ,solitudine intellettuale: "da tempo e mare non s'impara niente". l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare! Non ci si può mai fermare. Non da meno sono le donne, che raccontano e cantano del vino, con una forma di leggerezza tagliente, per alleggerirsi di quella quotidianità di un mondo caotico e veloce, ne è un esempio Rossana Casale con “Vino divino”, 2006. sovrastò l' acciottolio quella mia frase sospesa, sembra che il tempo nel suo fluire resti inchiodato... Nel caso specifico si tratta di Giampiero Alloisio già appartenente a quell'Assemblea Musicale Teatrale che per un certo tempo accompagnò il cantautore in concerto e che già era presente in "Metropolìs" con "Venezia". e allora, com'è tutto uguale in Argentina! da tempo e mare non s' impara niente...". Sotto i versi compare la scritta: Francesco Guccini, poeta italiano. Parlare, poi di cosa? L'album è stato distribuito in formato LP, Stereo8, MC e CD. e aspetto immobile che si spanda l' onda di tuono che seguirà ma voce sola di fede o rabbia, notturno grido che chiederà: Per viaggiare, e al tempo stesso vivere, bisognerebbe avere sei o sette vite, come cantava nell'album Metropolis, in Black-Out (“Avessi sette vite a mano...”). così, senza un futuro, in incertezza intenerita. Francesco Guccini: «Senza vino, sigarette e donne mi consolo con la tv. “La società dei magnaccioni” cantata da Gabriella Ferrari. Registrato e mixato presso lo Stone Castle Studio di Carimate (CO) da Ezio De Rosa nell’aprile del 1983, Guccini è l’undicesimo album di Francesco Guccini. E già sentiva in bocca l'odore della polvere della mina. I versi di Shomèr ma mi-llailah? Poi ti accorgi che l'Argentina è solo "un'equazione senza risultato" e allora "c'è la notte... e tutto è via". «Mi piace far canzoni e bere vino, ... Guccini, gli 80 anni del "poeta umile" che è già diventato un classico. e allora... "Don't cry for me, Argentina"... Nelle lunghe ore d' inattività e di ieri Un curioso, intenso deambulare: se imbocca un' autostrada, è per fermarsi in un autogrill (titolo della prima canzone, forse la più bella del disco) a contemplare una ragazza e anche il resto, come in un interno che spezzi e annulli la monotonia del nastro di asfalto; se va a trova il tempo di dilungarsi sulla pessima qualità di un fritto di pesce loffio e stantio; se va m Argentina, è addirittura per chiedersi se, al di fuori di Pavana il mondo sia veramente cosi diverso, e la vita possa davvero cambiare. dei viaggi persi nella sua memoria, I miei amici veri, purtroppo o per fortuna, e sento d' essere l' infinita eco di Dio in quelle loro anime smarrite, - Il frate (dall'album L'isola non trovata – 1970) Dopo un bicchiere di vino con frasi un po' ironiche e amare parlava in tedesco e in latino … avremo un paradiso su misura, sentiva la crudele solitudine del nano c'è la notte, ah, la notte, e tutto è via, allontanato. Io sono uno sempre in ricerca, curioso di tutto. A chi è triste di suo come un limone già adoperato la notte, già una cosa andata via, il mattino perso siamo volgari come la gramigna. Francesco Guccini. Da Un altro giorno è andato, Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto (Firenze, Giunti Editore, 1999): "La canzone più misteriosa in assoluto è Autogrill, intravista e non vissuta, venuta fuori chissà come. Chiaramente certi suoni mi sono entrati in testa (ma c’erano da sempre, solo che non ci pensavo) e questa volta è andata così”. Ma non è forse il cinema l'ultimo gradino (in salita naturalmente)nell'evoluzione del modo di raccontare le storie? Gli 80 anni di Francesco Guccini. Tutti cresciamo, tutti in parte cambiamo… no, non si tratta di cambiamento! Presento qui di seguito la più completa raccolta di frasi, citazioni e aforismi sul vino mai apparsa sul web in lingua italiana. Isaia, il profeta che di regola minaccia fuoco e fiamme per quanti non seguono le indicazioni divine, a un certo momento della sua vicenda dimostra in pieno la sua profonda apertura umana, in un paio di versetti pieni di speranza:  sentinella, a che punto stiamo della notte? la stessa del tuo cielo boreale, l'alba dolce che dà consolazione ... Francesco Guccini: le frasi delle canzoni. Scoprimmo che oggi il mare lascia un povero relitto, Si sarebbe rivelata un'idea balzana: un mese rinchiusi là, in un luogo seppur bellissimo, fecero sì che persino le gite a Milano, dicesi Milano, fossero salutate con ovazioni all'americana e cappelli lanciati in aria in stile cowboy. The Beatles. Il fatto è che le canzoni di Guccini, quelle vecchie e quelle nuove, contengono tutte una specie di elemento fatale, un andamento inevitabile, quella essenzialità che è … shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell nel ristorante vuoto il cameriere, assorto e lento, “Bar della rabbia” Mannarino. e l' aria calda porta il sapore di stelle e assenzio, E allora si diventa tutti Gulliver che, nell'omonima canzone, torna dai suoi viaggi meravigliosi, racconta e la gente non capisce (“Nei vecchi amici che incontrava per la via, in quelle loro anime smarrite sentiva la balbuzie intellettuale e l'afasia di chi gli domandava per capire, ma confondendo i viaggi con la loro parodia, i sogni con l'azione del partire”), perché confonde e distorce le immagini di chi ha viaggiato. shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell... Le canzoni italiane più rappresentative sul vino, per ascoltare, e non solo degustare la forza dell’ispirazione e della convivialità che suscita. e sempre pronti a masticare il mondo. Sinceramente è un fatto a cui non si era abituati, nel tuo caso; ti si perdonava addirittura una certa carenza in questo settore… che tipo di scelta è stata? riempiendo il cielo inglese di miraggi... Mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso E quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare Ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto Credits Writer(s): Francesco Guccini Lyrics powered by www.musixmatch.com Link voglio veder chi sceglie, con tanti pretendenti, Vergognandomi, ma solo un poco appena, misi un disco nel juke-box Ma "a che punto è la notte, vedetta?" Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è un cantautore, compositore, scrittore e attore italiano.La poetica di Guccini è contraddistinta dall'uso di diversi registri linguistici, da quello aulico a quello popolare.Nei suoi testi si possono trovare citazioni di grandi autori, e viene toccata un'enorme quantità di temi per giungere a conclusioni morali e politiche. Di quel vino troppo freddo e un poco andato? Il leit motiv dell’ironia è quello del "Tristano e Isotta". Guccini stesso conferma l'importanza che rivestono rima, metrica e metafore, sia sul piano della costruzione letteraria, sia su quello della fluibilità musicale quando, interrogato sul suo modo di far canzoni, risponde: "in realtà non si può parlare di una vera e propria tecnica. These cookies will be stored in your browser only with your consent. poi prendendo la sua mano sopra al banco: "Non so come cominciare: Sinceramente, così trasformate, mi piacciono molto di più, mi sembrano quasi nuove…”. di tutte le sue vite vagabondate al sole Si può cantare a voce sguaiata quando sei in branco, per allegria ... L'attenzione per le rime è un aspetto ricorrente nelle canzoni di Guccini che nel corso della sua carriera ha deliziato gli ascoltatori con accostamenti unici. Mollare tutto e andare in Argentina, intuiva con la mente disattenta del gigante e stampava lampi e impronte sulla pompa da benzina, Un compito arduo, se si tengono in considerazione più di 150 brani scritti e cantati dal cantautore modenese. Nel corso della registrazione di questo album è nata la formazione storica di musicisti che ha accompagnato per trent’anni Guccini nelle esibizioni dal vivo. Sensazioni spesso, inconscie, ma che, riconosciute, portano alla scoperta che quanto stai vivendo forse l'hai già vissuto, che è "come entrare a caso in un portone di fresco, scale e odori abituali, posar la giacca, fare colazione e ritrovarsi in giorni e volti uguali". Coinvolgimento che prosegue ed ironicamente conclude con "Gli amici". Mi colpì soprattutto l'invito del profeta a insistere, a ridomandare, a tornare ancora senza stancarsi. Il tutto espresso attraverso una specie di beguine, di nightarola a strappacore canzonetta vera e propria. E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi, Diciamo che è lo sfogo cultural-poetico legato ad 'un versetto della Bibbia che ha sempre attirato la curiosità degli interpreti. Domenica 14 Giugno 2020 di Mattia Marzi. io falso, io vero, io genio, io cretino. Anche se a Carimate non c'era un cazzo da fare, l'atmosfera era fantastica, tanto che ad Ares Tavolazzi venne un'idea: perché non utilizzare sempre lo stesso gruppo anche nelle esibizioni dal vivo? Basso il sole all' orizzonte colorava la vetrina lui nulla è artefatto, o dettato da esigenze modaiole. Con "Gulliver" si torna ad un episodio abituale per Guccini e cioè all'inserimento di un brano cui ha collaborato qualcun altro. Come il vino buono (perdonate la terribile ovvietà della metafora), Guccini invecchia secondo criteri antichi e onesti. Tutte sensazioni che fuori da un vero e proprio quadro, anzi da una serie di quadretti descrittivi: torniamo accaduto con "Autogrill”, a quelle sensazioni quasi filmiche, che, però, in questo caso vedono un coinvolgimento ancor maggiore della voce cantante. shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell “Assolutamente no! di coniugare troppo spesso in Dio: o malinconia d' innumeri altre vite, al lampo secco di una domanda, la voce d' uomo che chiederà: Si vede che quando è coinvolto in prima persona il poeta non ha intenzione di recitare: anche lui, come i semplici mortali, cade nel dolciastro. E' forse soltanto una scusa per una descrizione quasi onomatopeica fra suoni e versi, orientaleggianti come l’ebraico del versetto della notte eterna della veglia umana, sentinella unica dell’intelletto, che raggiunge la vera conoscenza quando "sa di non sapere", quando capisce il suo “non capire”, quando si rende conto “che una risposta non ci sarà”. e li avverto, radi come le dita, ma sento voci, sento un brusìo Insomma, contrariamente a quanto premesso, il turista non è più tale, non è più quello che affascinato dalla milonga cingeva la fascia, saliva a cavallo e partiva per epiche avventure criolle, ma è il disincantato osservatore che dell'Argentina riesce  a trattenere soltanto "quella nostalgia". quasi nessuno batte o fa il magnaccia. sentiva la balbuzie intellettuale e l' afasìa son come i denti in bocca a certi vecchi, ma per non gettarle in faccia qualche inutile cliché tutta la gente che non ci amerà, quello che non facciamo e non faremo, Pare addirittura di sentire quel disco d'atmosfera nel juke-box, di vedere 'la bellezza acerba di bionda ('una bionda senza averne l'aria"), ma soprattutto di provare la stessa "infelicità vicina" sentita dall'autore. Migliori canzoni italiane a tema vino. Sono quasi 200 citazioni, avrei potuto farne … "da tempo e mare, da tempo e mare, Da  “L’Unità” del 2 giugno 1983 uno stralcio di un articolo di Michele Serra: [...] Giovani e giovanissimi affollano i concerti di Guccini come per ripararsi all'ambra di un corpulento fratello maggiore, con il vocione, la barbona e tutto il resto. Spettacoli > Musica. Coltivare la curiosità, la sete di ricerca. Il titolo - letteralmente - si potrebbe tradurre con "Sentinella, che cosa resta della notte?". cerco, innocente o perchè ho peccato, la luna ombrosa sono stati scritti in inglese sul muro di Sarajevo da ignoto ammiratore di Guccini. Però malgrado tutto si era stati bene assieme, ti accorgi con la forza dell' istinto che non son tuoi e tu non gli appartieni, Potrei avvicinare questo pezzo a Signora Bovary, del 1987, in cui m'interrogo su "cosa c'è in fondo a quest'oggi", "cosa c'è in fondo a questa notte", "cosa c'è proprio in fondo in fondo, quando bene o male faremo due conti"... Qui c'è un'angoscia esistenziale, l'angoscia della notte che non finisce... Anche se non ci sono ancora arrivato, a fare quei due conti... Staremo a vedere! Il viaggio di Ulisse attraverso gli autori Come ben avremo inteso, Odysseus è una canzone che tratta di Ulisse e non è un caso che il cantautore lo abbia scelto. shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell fatta di pane, vino, sudore lunga una vita, lunga un momento. Ma Guccini è un maestro: un artigiano che cura le sue creature come farebbe un ebanista con un mobile, un restauratore con una cornice. “Avvelenata” Guccini. L’illustrazione di copertina è di Ilvio Gallo. Ma se i desideri sono solo nostalgia restavan vuoti gusci di parole... shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell come i posti in cui non si vivrà, come la gente che non incontreremo, Non so se è pregio o colpa esser fatti così: posar la giacca, fare colazione e ritrovarsi in giorni e volti uguali, Francesco Guccini. Non cerchiamo la gloria, ma la nostra ambizione di quando vedi un jumbo decollare e sembra che s' innalzi all'infinito. di un verde di bottiglia era quel mare affaticato, l' aria una stanza grigia... Oppure il meraviglioso testo del 1971 di Piero Ciampi “Il vino”, che fa sentire quel clima livornese di personaggi al limite delle città di porto, con il loro tormento attraverso il vino, il mare, l’errabondare, lasciando poi al pubblico opere musicali indimenticabili. Non è una storia, è una dichiarazione quasi d'amore per coloro che ti vivono vicino, con i quali hai sintonia d'intenti e di affetti. L’album è, per l’autore, “l'impossibilità di viaggiare”. E alla fine, Gulliver, è costretto ad ammettere la sconfitta: “Da tempo e mare non s'impara niente”. Bella, d' una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria, ed io.... sentivo un' infelicità vicina... io ricco, io senza soldi, io radicale. Parla di una ragazza “bionda senza averne l'aria, quasi triste come i fiori e l'erba di scarpata ferroviaria”. e tutto è invece la dimostrazione di quel poco che a vivere ci è dato Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è un cantautore, scrittore e attore italiano.. Fra i più rappresentativi e popolari cantautori italiani, il suo debutto ufficiale risale al 1967 con l'LP Folk beat n. 1 (ma già nel 1959 aveva scritto le prime canzoni rock 'n' roll); in una carriera ultraquarantennale ha pubblicato oltre venti album di canzoni. La genesi e il significato di questa canzone sono ben spiegate da Guccini in un’intervista di Brunetto Salvarani pubblicata nel prossimo numero 6 della rivista "Vita e Pensiero", il bimestrale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, del 2009. Elenco di tutte le canzoni di Francesco Guccini in ordine alfabetico. E ci andremo di forza, senza pagare il fìo Una delle canzoni che più mostra le sue grandi conoscenze umanistiche è Odysseus, in cui Francesco Guccini narra di Ulisse. Che Guccini abbia sempre guardato all'avventura americana con 'occhio più che interessato è storia di sempre: vuoi, per generazione, vuoi per mestiere (per anni ha insegnato - non sappiamo se lo faccia ancora - in una scuola americana in Italia). Una dichiarazione d’intenti, più che una semplice canzone: “mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino”. Aggiungiamoci un punto interrogativo in quanto è forse l'episodio più (apparentemente incomprensibile) di tutto l'album. non sai se è come un seme che dà fiore o polvere che vola ad un respiro. Cadranno i secoli, gli dei e le dee, cadranno torri, cadranno regni anche se prendi sempre delle cose, anche se qualche cosa lasci in giro, Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via." Parlare o no? Quando si parla poi di protesta e vino, non può non venire all’orecchio “Avvelenata”, 1976, di Francesco Guccini, che accosta al vino la protesta delirante di un artista ingabbiato in un mondo falso e vittima di una società ipocrita, che tutto dice e tutto fa, ma che non si accorge che la vita è fatta di arte e cultura, e che essere un artista è poca cosa…. “Il vino” Piero Ciampi. Tutte con testi, traduzioni e video. E quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare. 146 Poi quelle strade di auto scarburate e quella gente anni '50 già veduta, We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies do not store any personal information. che in un sussurro di voci o vento qualcuno venga per domandare... E per scacciarlo aveva in corpo il primo vino di una cantina. un amore per il nettare di bacco e la propria terra che gli sono valsi il riconoscimento “il maestro di bere il territorio” del concorso letterario by go wine Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell ... ma nulla può impedire che si inneggi alla vita alzando al cielo un calice di vino. This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. ma proprio perchè pochi son buoni fino in fondo Da un’intervista di Beppe Caporale pubblicata su “Ciao” del 12 giugno 1983: Cominciamo. Compiendo poi quel rito inevitabile e abusato, But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience. è una citazione biblica (Isaia 21,11) e significa in ebraico "Sentinella, quanto resta della notte?". L' aereo, ah, l' aereo è invece alluminio lucente, l' aereo è davvero saltare il fosso, e che vita facevo in Argentina? Quali sono le canzoni sul vino? Lo spunto mi venne da uno squarcio meraviglioso del profeta Isaia (21, 11-12). come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill, Guccini, 80 primavere tra ballate, canzoni e l’inno alla cultura del vino. non voglio mescolarmi in guai o problemi altrui, Poi un giorno, disegnando un labirinto di passi tuoi per quei selciati alieni fra noi e la massa dei rompicoglioni... [spotifyplaybutton play="https://open.spotify.com/album/1XKhrcN1z27WMIa8QvrzPp"/]. parlava coi nipoti, che ascoltavano l' incanto Ebbene "Autogrill" di americano propone soltanto il contenitore, l’involucro in quanto la storia raccontata è, come di consueto, una storia di sensazioni forse rese più intense (si parla di un incontro-non-incontro) dalla coscienza dell’impossibile, ma forti ed intense come non mai. subito con "Autogrill” proprio la canzone della rima con juke-box. Francesco Guccini è stato definito da Umberto Eco il più colto dei nostri cantautori, ecco le sue canzoni più famose Esplora Sky Tg24, Sky Sport, Sky Video login News: ai tempi in cui correva per il mare o nel mondo suo illusorio e limitato, Il cantautore Francesco Guccini compie oggi, 14 giugno, 80 anni e abbiamo deciso di raccontarlo con 10 canzoni.Le più belle? All'epoca stavo leggendo la traduzione di Isaia proposta da Guido Ceronetti, bellissima, uscita per Adelphi. per vedere com'è fatta l'Argentina... Il vino ha regalato alla musica e ad autori, parole su cui dare al pubblico canzoni per ridere, riflettere, ricordare, stare in compagnia, come ad esempio “La società dei Magnaccioni”, una canzone popolare romana che nel 1962 vede una Gabriella Ferrari intenta a cantarla con la sua voce graffiante e che racconta un’ironia della sorte. Non si tratta, però, come qualcuno ha voluto vederci, di un simbolo di carattere sociale e politico, ma piuttosto di un universale antropologico. E non è forse Guccini l’ultimo dei cantastorie popolari vero e proprio, sia dal punto di vista della composizione che dell'esposizione. Powered by TUSCA SRLS P iva: 06618850488, Migliori 20 Canzoni sul Vino (Aggiornato 2020), Nebbiolo: Caratteristiche Vino, Vitigno e Abbinamenti, Migliori 20 Barolo rapporto qualità prezzo. Presento una raccolta delle frasi più belle di Francesco Guccini, tratte prevalentemente dalle sua canzoni. La discografia di Francesco Guccini in ViaFabbri43.net raccoglie tutti gli album arricchiti dai testi delle canzoni, da Folk beat n. 1 del 1966 a Ritratti. E quella che ti aspetta è un' alba uguale che ti si offre come una visione, il silenzio era scalfito solo dalle mie chimere E questa fedeltà a se stesso rivela una buona fibra artistica, ma soprattutto una notevole dose di dignità personale: un complimento, quest' ultimo, che oggi tocca davvero a pochi. Shomèr ma mi-llailah? sentiva la crudele solitudine del nano, Puoi trovare anche biografia, notizie, testi delle canzoni e traduzioni, libri, e molto altro su Guccini. Il tassista, ah, il tassista non perse un istante a dirci che era pure lui italiano, che ricorda quell’Italia ancora in bianco e nero viaggiare con la Fiat 500, senza soldi, ma dove a casa, o in osteria in tavola non mancava mai una bottiglia di vino, in cui le etichette ancora non erano contemplate per scegliere un vino nel quotidiano dalla gende comune, perché l’importante era più che altro sbarcare il lunario. La notte è quieta senza rumore, c'è solo il suono che fa il silenzio Non siam razza d' artista, nè maschere da gogna Nacque a Pavana ed è il resoconto di ciò che non fu mai, ovvero un sogno mai avverato. che tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere... due facce di medaglia che gli urlavano in mente: L’album contiene La Locomotiva, una delle canzoni più celebri di Guccini, immancabilmente eseguita alla fine di ogni suo concerto e racconta in chiave poetica il gesto di Pietro Rigosi che, il 20 luglio del 1894, all'età di 28 anni, prese il controllo di una locomotiva sganciata da un treno merci e la lanciò alla velocità (notevole, per l'epoca) di 50 km/h, verso la stazione di Bologna. io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista. Dunque un omaggio al vino, che da secoli accompagna e sostiene la vita degli uomini, che affaticati o vincenti, un calice lo innalzano comunque. lui nulla è artefatto, o dettato da esigenze modaiole. Anche questa volta, per quanto forse questa sia la canzone più tradizionale (guccinianamente parlando), canto e musica vanno d'accordo più del solito, da una parte con volé inusitate, dall'altra con un sapido mélange in cui fa spicco un basso dal suono particolare (per quanto stoppato 'e accordato sulla cassa della batteria). Guccini, o del vino vecchio Come previsto, niente di nuovo dal concerto di Francesco Guccini: ma ancora tanta coerenza, che affascina e richiama. dà ancora più tristezza mangiar male... che solo certa età può regalare, non che il fatto c' importi: chi non ha in qualche posto cifrava il rebus dei cumulonembi. ma ora capisco il mio non capire, che una risposta non ci sarà, “La città vecchia” De Andrè. Anche questa è una storia, non si sa fino a che punto effettiva o simbolica (ma il poeta ha il permesso di fare tutto). e il sorriso da fossette e denti era da pubblicità, mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR... Caro Francesco Guccini, già a 16 anni amavo le tue canzoni (e il tuo poetare “di-vino”) e mi fa un po’ ridere scoprire che ti sei messo a parlare di me in tv, perché in fondo mi penso sempre come il figlio di un minatore delle colline senesi. shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell... A Rimini la spiaggia com'è vuota, quasi inutile di marzo, È uno dei personaggi più importanti della nostra letteratura. La produzione è di Renzo Fantini. Ma se fossimo stati un' altra coppia fra le tante Ricollegandosi poi ad altre città di mare e di porto, come è stata ad esempio la Genova, per il suo figlio e poeta più illustre della musica cantautorale italiana, il grande Fabrizio De André con “La città vecchia”, 1974. Ma quando ti entra quella nostalgia che prende a volte per il non provato Scopri le canzoni italiane più rappresentative sul vino. e sorridendo come sa sorridere soltanto Sei lunghe canzoni: tema dominante il viaggio. di spiagge e odori, di giganti e nani, Sostenuto dalla consueta intensità vocale, e questa volta anche da una particolare cura negli arrangiamenti Guccini è un disco vigoroso e mai noioso; persino l'ultima canzone, una di quelle tirate «tra culo al mondo» in cui Francesco celebra il piacere di stare con i suoi pochi amici alla faccia di chi gli vuole male, si rende bene accetta per la gioviale allegria dell'interprete, facendogli perdonare quel tanto di manieristico di cui le sue dichiarazioni-invettive sono spesso intrise. E allora ecco che i versi come "il silenzio era scalfito solo dalle mie chimere, che tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere I basso il sole all'orizzonte colorava la vetrina  e stampava lampi e impronte sulla pompa di benzina" non possono tane a meno di ricreare nell'ascoltatore le stesse sensazioni de "La foresta pietrificata" (tanto per fare un esempio). shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell Parte musicale all’altezza: dicevamo omeopatica in quanto l’esoticità della lingua non poteva fare a meno di risvegliare flauti e timpani, chitarre con flanger, voci evocanti… Con “Inutile” torniamo su schemi che, se non altro, ci sono più vicini. Il cantautore Francesco Guccini compie 80 anni il 14 giugno: le sue 10 canzoni più belle. e abbiamo fisso in testa un nostro piano: le dita sfiorano le pietre calme calde d' un sole, memoria o mito, Da un’intervista di Beppe Caporale pubblicata su “Boy Music” del 19 agosto 1983: In Guccini, il tuo ultimo album, c’è molta musica. come entrare a caso in un portone di fresco, scale e odori abituali, Niente «fughe da New York», niente folli corse «da costa a costa». e nelle precisioni antiche del progetto umano Via Paolo Fabbri 43, 1976. Vale a dire, non bisogna stancarsi di porsi delle domande:  questa è la cosa più importante fra tutte! Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. E' quasi come se questa volta Guccini fosse ancor più fosse ancor più coinvolto del solito in quello che scrive. nell' universo quasi esagerato, Lemuel Gulliver tornava coi pensieri E in un attimo, ma come accade spesso, cambiò il volto d' ogni cosa, un peccato o un cadavere nascosto? Con Francesco Guccini (voce e chitarra) hanno suonato in Guccini: Ellade Bandini (batteria), Juan Carlos «Flaco» Biondini, Francesco Guccini, Massimo Luca (chitarre), Claudio Pascoli (sassofoni), Giancarlo Porro (clarini), Maurizio Preti (percussioni), Ares Tavolazzi (chitarre e basso), Vince Tempera (pianoforte e tastiere). L' Argentina, l' Argentina, che tensione! Programmazione computer e tastiere elettroniche: Piero Cairo. Guccini: "A 80 anni ho scoperto perfino il vino bianco" Il cantautore: "Sto in piedi con le medicine e guardo le serie tv, odio sempre l’Avvelenata.

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18 dicembre 2020 Senza categoria

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