guerre puniche riassunto pdf
Il conflitto entrò allora in una fase di stallo. Scipione era in effetti una personalità anomala nel panorama politico romano. La situazione cambiò drasticamente solo nel 147 a.C., quando il comando della guerra fu assegnato al giovane Publio Cornelio Scipione Emiliano, nipote “adottivo” dell’Africano. I Romani erano convinti che la guerra si sarebbe presto risolta in loro favore. 0000013840 00000 n Nel breve scontro che seguì i Romani lasciarono sul campo più di 15.000 uomini: lo stesso Flaminio trovò la morte. La mattina seguente (18 dicembre 218 a.C.) inviò quindi la sua cavalleria a provocare i Romani, e dopo che questi ebbero attraversato in forze il fiume fece scattare la trappola ordinando alle truppe ancora nascoste tra la vegetazione di attaccare alle spalle i legionari. Se quest’ultimo si era mostrato incline a rafforzare la potenza cartaginese mediante l’uso della diplomazia, Annibale aveva invece ereditato dal padre il carattere bellicoso e soprattutto un odio inveterato per i Romani 3. 0000017115 00000 n Subito dopo la battaglia di Canne, infatti, sembrandogli la Repubblica romana sull’orlo del tracollo, Filippo V di Macedonia strinse un’alleanza con Annibale. Nel 264 a.C., con lo scoppio della prima guerra punica, ha inizio un’importantissima fase della storia di Roma, che prende oggi il nome di imperialismo romano. Riassunto della prima guerra punica, combattuta da Roma contro la potentissima Cartagine che,dopo aver conquistato larghi territori sulle coste africane, in Sicilia, in Sardegna ed in Spagna, mirava al predominio nel Mediterraneo.Le guerre puniche durarono 22 anni e si conclusero con la vittoria di Roma che può finalmente chiamare il Mediterraneo “ Mare Nostrum”. Tuttavia la fama da lui acquisita nel corso della guerra dei mercenari e il comportamento ambiguo tenuto dai Romani nella “questione sarda” contribuirono ad alterare nuovamente - e questa volta in modo significativo - l’equilibrio politico. Di fronte al categorico rifiuto di Annibale di marciare su Roma, Maarbale avrebbe replicato affermando: “'non omnia nimirum eidem di dedere: vincere scis, Hannibal, victoria uti nescis” (Livio, Ab urbe condita, 22, 51), ossia “gli dei evidentemente non concedono tutte le doti alla stessa persona: tu sai vincere Annibale, ma non sai approfittare della vittoria”. Percorso didattico per la scuola primaria sulle guerre puniche in 5 pagine in formato word (quindi modificabili a proprio piacere). 4 L’indifferenza mostrata dal Senato di fronte alle continue richieste dei Saguntini di liberarli dall’assedio dei Cartaginesi rimase per sempre una “macchia” sull’onore di Roma difficile da eliminare per la storiografia romana. In un primo momento le operazioni militari volsero decisamente in favore dei Romani. Le origini – Roma e Cartagine convergono con i loro interessi sul Mediterraneo Occidentale, in particolare nei traffici commerciali con le isole più importanti del Tirreno: la Sicilia, la Sardegna e la Corsica. Si è già detto che negli anni compresi tra il 237 e il 227 a.C. i Romani non s’interessarono alle operazioni compiute dai Cartaginesi in Spagna, sostanzialmente perché impegnati nel tentativo di consolidare la loro egemonia sulle coste del Tirreno, dell’Adriatico e sulla frontiera settentrionale della penisola italica.Alla fine del 226 a.C., tuttavia, un’ambasciata romana raggiunse la Spagna e stipulò con Asdrubale un trattato, il quale stabiliva che i Cartaginesi non potessero oltrepassare in armi il fiume Ebro.A promuovere l’accordo fu verosimilmente Marsiglia, città greca dedita al commercio e da tempo alleata dei Romani, che guardava con sospetto e preoccupazione al progressivo ampliarsi delle mire espansionistiche cartaginesi sulla penisola iberica, regione nella quale la stessa Marsiglia deteneva diverse colonie. %%EOF Si è sostenuto che l’intervento in Africa fosse diretto, più che a distruggere la città punica, a evitare che essa finisse nelle mani di Massinissa. 0000102069 00000 n Il fratello più giovane di Annibale, Magone, raccolse le ultime forze cartaginesi in un disperato tentativo di ribaltare le sorti del conflitto, ma a Ilipa, nella Spagna meridionale, Scipione riportò un’altra schiacciante vittoria (206 a.C.) che sancì in modo definitivo la completa estromissione dei Cartaginesi dalla penisola iberica. Una clausola del trattato di pace stipulato alla fine della seconda guerra punica aveva infatti concesso a Massinissa il diritto di reclamare per il suo regno tutti quei territori appartenuti in passato ai suoi antenati e che nel corso dei secoli erano passati nelle mani dei Cartaginesi. 5 A questo proposito è diventata celebre l’incitazione rivolta ad Annibale da Maarbale, comandante della cavalleria cartaginese. Scaduti quindi i sei mesi della dittatura, all’inizio del 216 a.C. il Senato fornì ai nuovi consoli - Lucio Emilio Paolo e Caio Terenzio Varrone - un esercito di notevoli dimensioni (più di 80.000 uomini) e il mandato di affrontare e sconfiggere Annibale in una singola battaglia.Il Cartaginese, messo in difficoltà dalla strategia fabiana, si era nel frattempo attestato in Puglia, montando il suo accampamento presso Canne (vicino all’odierna Canosa di Puglia), su un terreno pianeggiante e favorevole quindi all’utilizzo della cavalleria numidica.Giunti sul posto anche i consoli, il 2 agosto del 216 a.C. i due eserciti si affrontarono a battaglia e Annibale riportò nuovamente un memorabile successo. Guerre Puniche e Cartagine: riassunto. A determinare la sconfitta di Cartagine nella seconda guerra punica contribuirono diversi fattori, ma quello che ebbe maggior peso fu senza dubbio la lealtà mostrata dagli alleati latini e in parte da quelli italici verso Roma. 0000131651 00000 n A ricoprire questa carica venne chiamato Quinto Fabio Massimo, un anziano senatore già due volte console e di provata esperienza militare.Consapevole della superiorità tattico-militare di Annibale, Fabio decise di adottare una nuova strategia bellica, la quale prevedeva di evitare, se non in condizioni assolutamente favorevoli, lo scontro in campo aperto con i Cartaginesi e di puntare invece tutte le forze in una lunga guerra di logoramento. 8��$�'@G�Ȟ}�d�D?�Y|g�Ԏ���1*��Ʉ��#�a3�v��� �'� �J��1}��(TA���j���JA�#�QI��^���`0v�蚈m�"�:6������I`~��u8�����O�`q�&�����!Tm�H���@���{a[���#yj����-��=fB��~:�9ai��l`��N)t��^�ߏc���|���c�[����n�L���A0����!���AL�[��C��td�q����~:�ݡUh�P�}U�A[]�����oU \�q���y��{LL�%�o!�Ԟ�(sC��KE��RG�%�`�T~�J����$P!_7�Ekr�'s��i�n�Rvrwbch�I�68uc 5� �g;#]Z�On^� vA�D�(�ȭ�k���a�����`���$����M�~���s�Ga�O�oF���vT�[��v�V����>��D6�W&�q���I. Non è un caso che nel 146 a.C. venisse distrutta, oltre a Cartagine, anche la città greca di Corinto, a testimonianza dell’ormai indiscusso dominio romano sulla Grecia continentale.Ciò nonostante, la tradizione riporta che l’opportunità di distruggere Cartagine fu a lungo dibattuta in Senato. Verifica di storia sulle Guerre Puniche. In effetti diverse comunità - tra cui Capua, considerata allora, dopo Roma, la più grande e ricca città d’Italia - defezionarono dall’alleanza romana e misero le proprie risorse a disposizione del generale cartaginese. Grazie agli insegnamenti del padre, Annibale aveva ormai compreso che la forza vitale di Roma risiedeva nell’enorme bacino di reclutamento offerto dalla confederazione degli alleati italici. Intuendo che la guerra era ormai entrata nella sua fase decisiva, il Consiglio dei Cento a Cartagine propose allora una riconciliazione definitiva tra Amilcare e Annone, e i due generali, unite finalmente le rispettive forze, riuscirono ad avere la meglio sull’ultima forza dei mercenari e a riconquistare anche le città di Utica e Ippona. I: Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine, Milano, Rizzoli, 1983.- R. Miles, Carthago delenda est. Roma dotò le proprie navi di ponti mobili, i corvi, per agganciare la nave nemica e combattere a corpo a corpo sull’altra nave. L’esercito terrestre era composto per la maggior parte da forze mercenarie, reclutate tra le tribù iberiche e libiche, e per una piccola misura da coscritti arruolati tra le popolazioni africane. Il materiale è utile per presentare le Guerre puniche in modo completo anche se non approfondito (spesso non serve approfondire troppo). Ciò nonostante, solo pochi mesi più tardi i nativi sardi, insofferenti per il duro controllo esercitato dai mercenari, erano insorti e nel volgere di poco tempo erano riusciti a espellere completamente le forze di occupazione. 1383 59 Conquistò così la Sicilia e costrinse … 0000014298 00000 n In quel periodo (265 a.C.) Roma è ancora una potenza italica. A fare le spese di questa decisione era stato principalmente Amilcare Barca, che capeggiava invece il “partito” dei commercianti. La crisi della Repubblica Profondi cambiamenti avvennero in Roma dopo le guerre puniche e la conquista della Grecia e dell'Oriente. Questi erano dei mercenari di origine campana che verso la fine del IV secolo a.C. avevano prestato servizio in Sicilia agli ordini di Agatocle, tiranno di Siracusa. 0000130829 00000 n Il trattato dell’Ebro, Sagunto e lo scoppio della seconda guerra punica (226-219 a.C.). Barricati all’interno delle loro mura, per ben due anni essi furono in grado di frustrare tutti i tentativi d’assedio dei Romani. 0000006380 00000 n Nel corso del suo lungo regno (201-148 a.C.) il re era riuscito a fare della Numidia un potente regno, favorendo lo sviluppo urbano, importando le più avanzate tecniche agricole e trasformando un popolo tradizionalmente nomade in una società stanziale. Seconda Guerra Punica. 0000007847 00000 n 0000013242 00000 n Lo stesso Asdrubale rimase sul campo e la sua testa, raccolta dai consoli come macabro trofeo di guerra, fu portata ad Annibale a testimonianza che ogni tentativo di ricevere rinforzi era ormai illusorio. Le guerre puniche furono tre guerre combattute fra Roma e Cartagine tra il III e II secolo a.C., che si risolsero con la totale supremazia di Roma sul mar Mediterraneo; supremazia diretta nella parte occidentale e controllo per mezzo di regni a sovranità limitata nell'Egeo e nel mar Nero.Sono conosciute come puniche in quanto i romani chiamavano punici i Cartaginesi. L'episodio che determinò l'inizio delle guerre puniche fu dato allo sbarco dei Romani in Sicilia nel 264 a.C. Essi giunsero sull'isola poiché il loro aiuto era stato chiesto dai Mamertini, soldati mercenari campani che avevano occupato Messina e vi avevano costituito uno stato autonomo. Diventata ormai padrona assoluta del Mediterraneo occidentale, la città era convinta di aver superato il test più importante nella corsa verso l’acquisizione del dominio universale. 0000016576 00000 n 0000001526 00000 n guerre_puniche1.pdf guerre_puniche2.pdf guerre_puniche3.pdf carte storiche da lascuola.it: il mediterraneo alla vigilia delle guerre puniche la seconda guerra punica territorio romano dopo le guerre puniche le prime due guerre puniche homolaicus.com post correlati: le guerre puniche: I Romani riuscirono infatti a ottenere discreti successi sulla terraferma conquistando tutte le piazzeforti cartaginesi in Sicilia ad eccezione di Lilybaeum (Marsala), ma sul mare essi subirono diversi rovesci: la flotta fu infatti in più di un’occasione vittima di tremendi naufragi, mentre nel 249 a.C., al largo di Trapani, essa fu completamente distrutta da un’improvvisa sortita dei Cartaginesi. In quell’anno il tribuno della plebe Caio Flaminio Nepote fece approvare una legge che distribuiva ai più poveri contadini romani vasti appezzamenti di terra dell’Ager Gallicus Picenus (il territorio che i Romani avevano sottratto ai Galli nel 268 a.C., corrispondente oggi alla parte settentrionale delle Marche). I mercenari rifiutarono infatti le offerte del generale e mossero verso Cartagine, accampandosi a soli pochi chilometri dalla città. A proposito delle scelte relative all'aspetto grafico del testo, si è deciso di utilizzare i seguenti In questo contesto le tre guerre combattute tra Roma e Cartagine (264-241, 218-201, 149-146 a.C.) costituiscono un passo fondamentale: fu grazie a questi tre conflitti che Roma acquisì in modo definitivo la consapevolezza di poter ambire a un dominio universale; inoltre essi provocarono nella città una serie di trasformazioni politiche, sociali ed economiche destinate a ripercuotersi con forza nel periodo successivo. Nel 222 a.C. il console Marco Claudio Marcello riportò un’altra grande vittoria a Clastidium (odierna Casteggio nell’Oltrepò pavese), mentre il collega Cneo Scipione Calvo assediava e conquistava Mediolanum (odierna Milano), capitale degli Insubri. In questo triennio egli ebbe quindi modo di dispiegare con continuità la sua strategia bellica. <<4052B160AE08454BACC4597D425739DA>]>> Cartagine e le guerre puniche - l'espansione di Roma nel Mediterraneo. Le monarchie ellenistiche che dominavano allora la parte orientale del Mediterraneo - la Macedonia degli Antigonidi, la Siria dei Seleucidi e l’Egitto dei Lagidi o Tolemei - non erano infatti in grado di incutere nei Romani la stessa paura provocata dai Cartaginesi.Nei cinquant’anni successivi alla conclusione della “guerra annibalica” Roma si impegnò quindi in una serie di conflitti che le consegnarono infine la supremazia su tutto il Mediterraneo. Ben presto, tuttavia, i Mamertini si stancarono della presenza dei Cartaginesi che, a loro avviso, stavano cercando di approfittare della situazione per estendere la loro influenza anche sulla parte orientale dell’isola. Nel 209 a.C. s’impadronì, con una mossa a sorpresa, di Nova Carthago, mentre l’anno successivo (208 a.C.), nei pressi di Baecula, inflisse ad Asdrubale una severa sconfitta. Dall’altra i commercianti e gli uomini di affari guardavano invece con più attenzione alla possibilità di estendere l’egemonia punica sulle isole e le coste del Mediterraneo occidentale. Alla morte di quest’ultimo (289 a.C.) i Mamertini si erano impadroniti con la forza della città di Messana (Messina), e negli anni seguenti avevano utilizzato questa città come base per compiere continue scorrerie in tutta la Sicilia nord-orientale. Questi erano legati alla città da patti di alleanza che imponevano loro di fornire ad ogni occasione sostanziosi contingenti armati. Un professore di geografia di Toronto potrebbe essere vicino a sciogliere un enigma che dura da due millenni… Qui il governo punico, spaventato dalla minaccia così vicina, cominciò con difficoltà a versare le prime rate dello stipendio, ma questo atto fu percepito dai mercenari come segno di estrema debolezza. Anche le città-stato greche, beneficiarie in un primo momento di una generale “liberazione” (proclamazione di Corinto: 196 a.C.), finirono ben presto per essere costrette a riconoscere la supremazia dei Romani. La sua vera forza è quella militare. Annibale, scampato allo scontro e rientrato precipitosamente a Cartagine, invitò i suoi concittadini a chiedere la pace. Deciso quindi a riprendere il progetto sognato dal padre - quello di una guerra di rivincita su Roma - Annibale s’impegnò, tra il 221 e il 220 a.C. a sottomettere a Cartagine tutte le popolazioni iberiche situate a sud del fiume Ebro, dimostrando già da questi primi scontri di essere in possesso di uno straordinario genio militare.Le campagne condotte da Annibale finirono per mettere in allarme Sagunto, timorosa, e a ragione, che prima o poi il Barcide avrebbe rotto gli indugi con i Romani lanciando contro di essa un vigoroso attacco. Nel giro di pochi mesi fu allestito un imponente esercito composto da una flotta di 200 navi da guerra e una forza terrestre di 20.000 legionari. Dall’altra, tuttavia, in molti erano convinti che un intervento si rendesse necessario per arginare l’espansione cartaginese in Sicilia e impedire una pericolosa escalation: la conquista di Messina avrebbe infatti fornito ai Cartaginesi un’ottima base non solo per completare la conquista dell’isola, ma per lanciare in futuro un’offensiva sul territorio italico.Alla fine, vista l’indecisione del Senato, la questione fu risolta dal popolo, il quale, attirato dalle prospettive di guadagno offerte da una guerra in un territorio ricco come quello siciliano, votò per inviare a Messina un contingente armato. 0000012752 00000 n Nonostante la sconfitta i Romani erano ancora convinti di poter avere la meglio su Annibale in un grande scontro campale. 0000003079 00000 n IL PERIODO TRA LE DUE GUERRE(241-219 a.C.), La rivolta dei mercenari contro Cartagine (241-238 a.C.). xref Accampatosi presso il fiume Trebbia, nel corso della notte egli fece nascondere alcune sue truppe in un bosco. Annone, inviato a Utica per spezzare l’assedio dei ribelli, pur riuscendo ad avere la meglio in uno scontro combattuto fuori dalle mura della città rinunciò all’inseguimento dei nemici, dando in questo modo ai mercenari il tempo di riorganizzarsi. Moneta raffigurante Massinissa, re di Numdia. Le condizioni imposte dai Romani furono durissime: Cartagine doveva rinunciare per sempre a tutti i suoi territori extra-africani (la Sicilia, la Sardegna e la Spagna); pagare a Roma un’ingente indennità di guerra e un tributo di 10.000 talenti in 50 rate annuali; distruggere completamente la sua flotta a eccezione di 10 navi; riconoscere la costituzione del regno di Numidia (sul cui trono fu posto Massinissa); infine, condizione più dura di tutte, impegnarsi a non dichiarare guerra ad alcuno Stato senza il previo consenso di Roma.Ottenuta la ratifica di queste condizioni, Scipione fece quindi ritorno a Roma dove celebrò un magnifico trionfo. Postosi a capo di una piccola forza (10.000 uomini e 70 elefanti), egli si diresse per prima cosa verso Utica, in un nuovo tentativo di rompere l’assedio ribelle. Il console romano, tuttavia, imbaldanzito dai recenti successi, impose condizioni estremamente dure che prevedevano per Cartagine non solo la rinuncia della Sicilia e della Sardegna, ma anche la completa distruzione della flotta e il pagamento di un’ingente indennità di guerra.Il sinedrio cartaginese rifiutò le condizioni del console e con un enorme sforzo finanziario arruolò nuovi mercenari tra cui il comandante spartano Santippo. 0000102516 00000 n Quindi si mosse ad assediare Tunisi, ultima roccaforte in mano ai mercenari ribelli. 0000011309 00000 n Questa regione, posta, almeno per il momento, al di fuori dell’orizzonte controllato dai Romani, era altresì ricca di miniere d’oro, d’argento e di stagno, che avrebbero permesso a Cartagine di recuperare piuttosto rapidamente i fondi con cui finanziare una nuova guerra.Sbarcato a Gades (l’odierna Cadice) alla fine del 237 a.C., accompagnato dal genero Asdrubale e dal figlio di nove anni Annibale, Amilcare diede inizio a un’ambiziosa ed estesa campagna di conquista che tenne impegnati i Cartaginesi per i successivi otto anni, fino a quando, alla fine del 229 a.C., lo stesso Amilcare rimase ucciso in uno scontro con una delle tribù iberiche.Il comando dell’esercito punico fu allora assunto da Asdrubale, il quale, più che continuare le operazioni militari, si preoccupò piuttosto di consolidare le recenti conquiste stipulando trattati di alleanza con le popolazioni locali e fondando la città di Nova Carthago (odierna Cartagena), destinata in poco tempo a diventare la florida capitale dell’impero punico in Spagna. Colti completamente alla sprovvista e pressati anche ai fianchi dai terribili attacchi della cavalleria numidica, i Romani subirono un’altra, pesantissima sconfitta: solo un manipolo di legionari riuscì a sfondare centralmente le linee cartaginesi e a trovare riparo a Piacenza. Testo latino a fronte in formato elettronico? Annibale dimostrò sin da subito di possedere un carattere completamente diverso da quello di Asdrubale. 0000101369 00000 n In Italia i Romani, dopo essere riusciti negli anni precedenti ad arginare l’ondata di defezioni tra gli alleati italici, passarono all’offensiva ponendo l’assedio a Capua. 0000003584 00000 n Queste guerre si chiamano puniche perché i Romani chiamavano punici i Cartaginesi. Grazie a queste misure e al fatto che diverse comunità del centro-Italia, soprattutto quelle latine, mantennero fede alla loro alleanza, i Romani riuscirono a schierare un numero sufficiente di legioni con cui contrastare l’avanzata dei Cartaginesi.In questa fase ritornò prepotentemente sulla scena Quinto Fabio Massimo il quale, vista legittimata l’accortezza della sua strategia bellica dalla terribile sconfitta di Canne, riuscì a farsi eleggere per due anni di fila al consolato tra il 215 e il 214 a.C. e a garantire la carica al giovane figlio nel 213 a.C. Scopri date, protagonisti, cause ed effetti delle battaglie che cambiarono la storia antica Cartagine, fondata nell’814 a.C. da Fenici provenienti da Tiro, era alla guida di un vasto impero commerciale che controllava, oltre alle coste del Nord Africa (l’odierna Tunisia), la parte occidentale della Sicilia, la Sardegna, la Corsica e la parte meridionale della penisola iberica. Testo latino a fronte in formato PDF, ePUB, MOBI. Prime operazioni romane in Sicilia (264-262 a.C.). L’anno successivo (241 a.C.) il console Caio Lutazio Catulo, giunto in Sicilia, incontrò e sconfisse la flotta cartaginese al largo delle isole Egadi.Giunta allo stremo delle forze e incapace, ormai, di assicurare un sicuro e costante vettovagliamento ai suoi eserciti in Sicilia, Cartagine diede allora istruzioni al suo miglior generale, Amilcare Barca, di intavolare con i Romani le trattative di pace. I Romani procedettero a un sistematico rastrellamento delle basi illiriche nell’Adriatico, e nei primi mesi del 228 a.C. Teuta si vide costretta a chiedere la pace: al comando dell’Illiria fu posto Demetrio di Faro, un principe locale che all’inizio del conflitto aveva abbandonato la regina per unirsi ai Romani. 0000032317 00000 n La conclusione del conflitto aprì a Cartagine una gravissima crisi interna. Flaminio, di temperamento particolarmente bellicoso, si mise allora ad inseguire i nemici, ma fu così attirato da Annibale in una trappola mortale presso il lago Trasimeno. Da quel momento in avanti ogni espressione di malcontento e ogni infrazione dei patti siglati, anche se pienamente giustificata dalle situazioni contingenti, fu punita con severità. 0000130747 00000 n Lo scontro decisivo tra i due generali avvenne nel 202 a.C. presso Zama. I Romani avevano però preso le dovute precauzioni inviando nella penisola iberica i fratelli Publio e Cneo Cornelio Scipione i quali, tra il 218 e il 211 a.C., avevano condotto in modo brillante le operazioni militari impedendo ad Asdrubale di inviare soccorsi al fratello e costringendo soprattutto Cartagine a destinare alla penisola iberica le forze che avrebbero dovuto invece giungere in Italia in aiuto di Annibale.Alla fine del 211 a.C., tuttavia i fratelli Scipione furono vittima di un agguato e massacrati insieme con la maggior parte delle loro truppe. sulla I guerra punica ad uso degli studenti di liceo (fine del I o inizio II anno) La risposta di Cartagine non fu, in un primo momento, particolarmente efficace. Seppur tagliato fuori da ogni comunicazione, Annibale restava comunque un avversario temibile da affrontare: già nel 208 a.C. i consoli Marco Claudio Marcello e Tito Quinzio Crispino avevano cercato di sfidare il Cartaginese a battaglia, ma erano stati da questi sorpresi in una trappola e uccisi. I mercenari, non potendo evidentemente far ritorno in Africa - dove la situazione volgeva ormai in favore dei Cartaginesi - si rivolsero allora, per la seconda volta, ai Romani, chiedendo il loro aiuto per impadronirsi nuovamente dell’isola. - F. Cassola, I gruppi politici romani nel III secolo a.C., Trieste, 1962. 0000101998 00000 n Questi era un anziano senatore(all’epoca più che settantenne) il quale già da alcuni anni sosteneva la necessità di distruggere Cartagine, la cui ricchezza economica era tornata a costituire, a suo avviso, una seria minaccia per il dominio di Roma sul Mediterraneo 7.Il Senato rispose all’ambasciata dei Cartaginesi con un durissimo ultimatum: essi dovevano consegnare a Roma tutta le loro armi da guerra, smobilitare l’esercito e abbandonare la loro stessa città, che avrebbero dovuto poi ricostruire nell’entroterra a una distanza minima di 15 km dal mare.Queste condizioni rappresentavano in realtà solo un pretesto per giustificare un intervento armato, e infatti di fronte al pronto rifiuto dei Cartaginesi di “spostare” la propria città i Romani risposero con un’immediata dichiarazione di guerra (149 a.C.). Giunto in Italia, Asdrubale fu affrontato dai consoli del 207 a.C., Caio Claudio Nerone e Marco Livio Salinatore, che presso il fiume Metauro sbaragliarono le forze cartaginesi. Questa forza si era tuttavia alleata immediatamente con i ribelli, rafforzando il loro controllo sull’entroterra. Complimenti in ogni caso per il sito, veramente di grandissima qualità. Presa quindi la via delle Alpi, dopo una traversata epica, giustamente celebrata dalla tradizione antica e moderna, all’inizio dell’inverno del 218 a.C. egli mise finalmente piede in Italia, ricevendo subito l’appoggio di numerose tribù galliche.
Allergia Ulivo Bambini, Zathura Board Game, Incidente Verona Oggi Arena, Orsetti Peluche Ingrosso, Nomi Romani E Greci, Significato Nome Beniamino, Penna Stilografica Piuma,
18 dicembre 2020 Senza categoria
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